Non sapevo bene come sarebbe andata, ma alla fine mi sono, anzi ci siamo divertiti.
Di seguito un estratto dell'intervista non editata.
“Prima intervista? Davvero?”
“Già.”
“Nervoso?”
“Non ancora.”
“Non deve preoccuparsi.”
“Dammi del tu o l’intervista finisce qui. Non sono
COSI’ vecchio.”
“Ok. Da quanto scrivi?”
“Da quando avevo 6 anni circa. No, non è una battuta.
Davvero. Nel senso che ho sempre adorato scrivere storie.”
“Ricordi la tua prima storia?”
“Mmm, si. Credo. Parlava di un gruppo di ragazzi che
entravano in una casa stregata alla ricerca di un tesoro. C’era un mostro che
si svegliava ogni 100 anni e manco a dirlo quello era l’anno buono.
Ricordo vagamente la storia, mi sembra finisse con un
nulla di fatto. Il mostro non ammazza nessuno, i ragazzi non prendono il tesoro
ma riescono a scappare.”
“Scritta a 6 anni?”
“6-8… pretendi troppo. In ogni caso era scritta a
macchina e occupava un bel foglio a4 pieno pieno.”
“Scrivevi a macchina?”
“Ero bravissimo. Usavo BEN 2 dita!”
“Poi?”
“Poi ho smesso.”
“Motivo?”
“Le dita mi si incastravano tra i tasti e facevano un
male cane.”
“Davvero?”
“No. Ho smesso perché avevo altro per la testa, non ricordo.”
“Quando hai ripreso?”
“A 15 o giù di lì.”
“Cosa hai scritto?”
“L’inizio di un seguito di Indiana Johns. Mai finito.
Anzi andato perso.”
“Motivo?”
“Pretendi troppo dalla mia memoria.”
“Ma non eri COSI’ vecchio?”
“Touchè.”
“Hai scritto altro?”
“Certo, un romanzo. Intorno ai 16, forse 17 anni.”
“Mollato anche quello?”
“No. Finito. Ci ho messo 6 anni ma è finito.”
“Pubblicato?”
“No. Ne lo sarà mai.”
“Motivo?”
“Quel romanzo è per me.”
“Si può sapere di cosa parla?”
“Assolutamente NO!”
“Mai fatto un’intervista così.”
“Ci credo. Spara la prossima.”
“Poi cosa hai scritto?”
“Ho partecipato nel 2000 ad un concorso su radio Dj.
Lettarario. Una storia che veniva scritta a puntate da diversi autori. Si
chiamava C’era una notte nel 2000...”
“Hai vinto?”
“Sni. Nel senso che sono arrivato 4°. Potenzialmente
1°.”
“Cosa vuoi dire?”
“Che la giuria letteraria aveva messo gli occhi sul
mio pezzo. Poi i tempi della radio hanno impedito la lettura on-air. Ho
scoperto dopo, sul loro sito che il pezzo non trasmesso era il mio.”
“Deluso quindi?”
“Puoi scommetterci. Ho smesso di scrivere per 6 anni.”
“E poi?”
“Poi ho iniziato la Leggenda.”
“Niente di meno che la Leggenda? Così, di botto?”
“Già. Di botto.”
“Ricordami l’anno.”
“2006.”
“Perché le date non corrispondono sui romanzi? Lo so
dovevo chiederlo dopo ma non mi aspettavo questo 2006.”
“Perché dopo le numerose revisioni le date sono andate
a remengo. Non ce ne sarà una giusta. Nemmeno dopo la pubblicazione dei
prossimi. Tutto a caso.”
“Beh, torniamo alla Leggenda. Come è nata, questo lo
ricordi?”
“Mmm… si. Dopo aver letto un libro fantasy, non dico
l’autore. Sono rimasto stupito di come a distanza di 20 anni dalla mia ultima
lettura del genere non sia cambiato ancora NULLA. Sempre le stesse cose…”
“Ti ha deluso?”
“Non il libro per di se, quanto il genere ormai
stantio. Anche la mia nipotina (NON SONO NONNO! UNO ZIO! SONO UNO ZIO!), si
annoiava mentre lo leggevo. Così ho deciso di rendere più movimentata la trama.
Ho iniziato una storiella che per gioco è diventata poi quello che adesso è una
passione.”
“Hai ripreso a scrivere per caso?”
“Si. Per caso.”
“E’ stata dura?”
“Accidenti, durissima. Il primo libro lo riscriverei
ancora da zero se fosse per me. Reputo i
seguenti tutti molto migliori del primo. Nel primo sono proprio “incriccato”.
“Quale libro preferisci?”
“Rapture.”
“Intendevo della Leggenda.”
“Il settimo.”
“Ma se sono solo 5.”
“Per ora.”
“Saranno 7 in tutto?”
“Se mi seguiresti sul blog lo sapresti da un pezzo.”
“Già pronti?”
“No. Il settimo è ancora in alto mare. Sarà tuttavia
il più bello. Ne sono certo. Quasi.”
“Di quelli scritti? Pubblicati?”
“Il quinto, anche il quarto. A me piacciono tutti,
ovviamente. Una domanda del genere non può avere una risposta seria, non
trovi?”
“E il tuo personaggio preferito?”
“Non lo conoscete ancora. Non posso parlarne. Però per
ora direi che Salier e Ent sono i miei preferiti. Anche Rossax, ma darà il suo
meglio fra un po’.”
“Neril no?”
“Neril? Ha del potenziale, ma per ora è inespresso.”
“Ma se è il protagonista!”
“Davvero? Sicuro?”
“Non è lui?”
“Non ti rispondo. Tu invece rispondi a me. Vuoi una
birra?”
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